Nell’approccio psicodinamico viene posta particolare attenzione alla dimensione immaginativa, visionaria. Del sogno e dell’inconscio. Diventare se stessi in modo autentico vuol dire essere coscienti del proprio funzionamento psicofisico: è uno scambio dinamico tra coscienza (tutto ciò di cui si è consapevoli) e inconscio (tutto ciò che non mi è possibile vedere e dunque comprendere e dunque integrare).
L’inconsapevole viene portato in superficie nella relazione terapeutica, valorizzato al fine di essere visibile e dunque pronto per un’elaborazione.
Lavora sui sistemi difensivi, affinchè allentandosi possano far fluire ciò che necessita di trasformazione.
I principali autori di riferimento per me in quest’ambito sono M. Klein, C. G. Jung, D. Winnicott, J. Hillman, H. Kohut.
I miei riferimenti teorici spaziano e si integrano, fino a includere aspetti della psichiatria fenomenologica (R. Laing e D. Cooper), della ricerca sull’Infant Research (E. Tronick, B. Beebe e F. Lachmann), del metodo della Gestalt e della Bioenergetica.